Pubblicità Mentos e l’assenza di associazione causa effetto
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Vediamo se ho capito: è in biblioteca, gli squilla il cellulare, non riesce a spengerlo subito, tutti lo guardano male. E allora ….. allora cosa ?
E’ l’ora di cambiare ? Cambiare cosa ? il cellulare che è già nuovissimo, per quel che si riesce a capire dalle sue funzioni ? Cambiare biblioteca ? Cambiare testimonial ?
Questo spot non ha senso, non c’è un filo logico tra l’azione e la reazione, tra la trama e lo slogan, tra la causa e l’effetto.
Ma se il gioco è questo, si può fare di meglio, ed ho dei campioni delle risposte a domande mai fatte in famiglia.
Mi passi la bottiglia ? Guarda che sono due settimane che non andiamo al mare.
Non ci siamo già conosciuti ? Si, ho già visto quel film .
Scusi, sa mica l’ora ? Si .
Andiamo a cena fuori ? Hai visto a Beautiful il nuovo Ridge ?
Tuo figlio ha litigato con gli amici. Lo sai che quando ero piccolo giocavo a basket ?
No, vabbè, ci ho provato, ma non ho la stessa ispirazione nonsense degli autori dello spot mentos. Loro si che sono riusciti a creare una scena credibile, lo squillo del telefonino in biblioteca, a cui poi non sono riusciti assolutamente a dare un seguito.
Ha spento il cellulare dopo pochi secondi, cosa altro volevi che facesse nel silenzio della biblioteca ? Non ha squillato per minuti interi, non ha intavolato una telefonata erotica con la sua amante, non ha passato il cellulare alla bionda stizzita.
Ha fatto quello che ognuno di noi avrebbe fatto. Ha spento il cellulare con un po’ di imbarazzo.
E quindi è l’ora di cambiare ? L’unica cosa che andrebbe cambiata in questo spot è il creativo e chi ha approvato la produzione.