Pubblicità Vodafone: Ci vogliamo sentire tutti a casa nostra

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E’ bello sentirsi sempre a casa.
E’ una assoluta verità, quasi una ovvietà, ed infatti la pubblicità, che deve trasmettere sempre messaggi positivi e rassicuranti, ha sempre fatto largo uso di questo concetto .

Con leggere varianti che non si sono mai scostate dal messaggio di fondo “vogliamo farti sentire a tuo agio come a casa tua” ricordo al volo diverse campagne pubblicitarie su questo tema: Coca-cola, MCDonald’s , Le Fablier, Barilla, Buitoni, Proraso, diverse catene di supermercati e sono sicuro me ne dimentico qualcuna.

Casa propria è sinonimo di cibi genuini, tranquillità, agio e comodità, sicurezza, stabilità, famiglia . Associare un qualsiasi prodotto a casa propria significa associargli tanti sentimenti positivi che faranno accogliere il messaggio pubblicitario con minor diffidenza .

Per questo motivo questa associazione è molto sfruttata, ma non sempre con i risultati ottenuti da questo nuovo spot per Vodafone Station.Se c’è infatti una situazione in cui molti si identificano fuori posto è l’opera e l’alta società . Impersonarsi in personaggi che si trovino a proprio agio in quella situazione non uniformandosi agli altri, ma comportandosi come se gli altri assolutamente non esistessero equivale a dar prova di sentirsi assolutamente bene con se stessi e non sentirsi oppressi dalle formalità.

Simpatiche le varie situazioni con cui viene mostrato questo messaggio in un crescendo di assurdi comportamenti fuori luogo solo per il posto in cui vengono fatte che culminano nell’intimissimo massaggio dei piedi e gatto di casa, forse l’unico a sentirsi spaesato.

Non era facile ottenere un simile risultato ed è dimostrato anche dal confronto con l’altro spot sempre della stessa serie Vodafone Station :

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Anche questa situazione già vista in altri spot, con l’uomo che esce in mutande per strada inconsapevole o incurante di esserlo, ma che non ha la stessa efficacia del primo spot.

Perchè in fondo in fondo, con molto coraggio e faccia tosta, le scarpe all’opera possiamo anche toglierle, il gatto nella borsa capita di vederlo anche al mercato, ma il giornale in mutande è talmente cretino che a nessuno viene spontaneo di immmedesimarsi.